sabato 9 giugno 2012

La falange macedone

Lo schieramento della fanteria in ordine di battaglia, anche dopo Alessandro Magno, continuò a essere il sistema rigido che sino dai tempi «omerici» aveva avuto il nome di falange (dal greco  φαλαγξ, "rullo"). 
Tuttavia, riferendoci oggi al termine "Falange" si fa riferimento in particolare alla regolamentazione della falange macedone, introdotta da Filippo II come miglioramento della straordinaria ed innovativa tattica applicata dal tebano Epaminonda nel suo "Battaglione sacro": il cosiddetto "Ordine Obliquo".

L'elemento caratterizzante di questo schieramento è certamente la sarisa, detta di solito sarissa, una lunga lancia di circa 4,30 metri, che conferisce all'intera fanteria l'aspetto di un gigantesco istrice; la profondità dello schieramento che aveva raggiunto le 16 linee (una curiosità: l'uomo di prima linea che comandava tutta la fila conservava il grado di decadarca, suggerendo che l'originario schieramento fosse sulla profondità di 10 e non 16 linee).


                   
La falange macedone

Con questo nuovo sistema si erano rimediati alcuni dei gravissimi inconvenienti che impedivano all'antica falange oplitica di essere di qualche utilità nel combattimento in campo aperto su distese pianeggianti molto vaste. Ne rimanevano, però, altri assai seri. Di fronte a un attacco frontale, la falange macedone si presentava terribile per la serie di lance che sporgevano sulla sua fronte, micidiali per il nemico attaccante in avvicinamento. Però continuava a essere assai problematica ogni conversione, per la difficoltà di movimento su se stessi, sia parziale che totale, di uomini di armamento cosi ingombrante, tanto più che sui fianchi e a tergo non si potevano schierare uomini così scelti come i pezetairoi (fanti ad armatura pesantissima) e soprattutto i decadarchi della prima fila. D'altra parte, per assicurare qualche maggiore possibilità di manovra, le taxeis venivano tenute separate fra loro, ma, a questo modo, tra l'una e l'altra unità dovevano essere lasciati corridoi che, se erano utili per la manovra, servivano anche al nemico per infiltrarsi e impedire di tenere fermo l'allineamento.

Tuttavia l'introduzione al centro dello schieramento di alcune linee di fanti leggeri e arcieri e la protezione dei fianchi e della parte posteriore dello schieramento mediante l'impiego tattico della cavalleria, delle fanterie leggere e, in caso di necessità, delle truppe speciali (arcieri e frombolieri) consacrarono questo schieramento fino all'introduzione, da parte dei Romani, della Legione.



Si veda:

Filippo II di Macedonia e la falange macedone

Tattiche militari antiche - la falange macedone

Wikipedia - La formazione "falange" dalla Grecia antica al Medioevo

venerdì 8 giugno 2012

L'evoluzione delle fortificazioni

Mura in epoca romana

Montagnara, con la sua cinta merlata eretta dai Carraresi verso
 la fine del XIV sec., rappresenta un ottimo esempio di
fortificazione medioevale

Un tratto delle mura di Lucca, modificate in epoca rinascimentale
secondo i principi delle Fortificazioni alla Moderna

Un tratto della Linea Maginot

mercoledì 6 giugno 2012

A fianco dei protagonisti

Un disegno tratto dal Texaurus regis Franciae
di Guido da Vigevano (XIV sec.)

Un disegno tratto dal De Re Militari di Roberto Valturio


Dai Trattati di Francesco di Giorgio

Galileo Galilei tenne la cattedra di fortificazioni
e scrisse Breve introduzione all'architettura
militare
 e il Trattato di fortificazione


lunedì 4 giugno 2012

Copyright: difendere le proprie idee

La legge sul diritto d'autore, impropriamente conosciuta come "copyright", consente di proteggere dal plagio diverse categorie di opere creative, in particolare le opere letterarie, musicali, cinematografiche, i disegni, le fotografie ed i programmi per computer. Ciò che si protegge non è l'idea in sé di fornire un certo servizio o di realizzare una certa opera, ma il modo in cui essa si esprime, la sua forma di attuazione tangibile.


Si vedano:



Una divertente parodia della storia del Copyright, interpretata dagli studenti dell'istituto ISIA di Firenze  

La Battaglia d'Inghilterra

L’8 agosto 1940 Hitler dette inizio alla battaglia d’Inghilterra, cioè a una serie di bombardamenti a tappeto sulle installazioni militari e sulle più importanti città dell’isola che vennero sottoposte per 84 giorni a una pioggia di fuoco dall’aviazione tedesca. 
L'’Inghilterra di Churchill però non si arrese, tanto che nell’ottobre 1940 la battaglia d’Inghilterra poteva considerarsi fallita. Nessun ragionamento a posteriori sul numero relativamente basso di mezzi impiegati da entrambe le parti può negare il peso che questo evento ebbe all'epoca.
A costo di enormi sacrifici, gli inglesi erano così riusciti a fermare il Fuhrer dal suo piano di invasione, costringendolo a spostare le sue forze sul fronte russo; si è a cinque anni dalla fine della guerra, ma questo evento, insieme all'attacco giapponese a Pearl Harbor del 1941, che causò l'entrata in guerra della superpotenza statunitense, segnò decisamente le sorti del conflitto.
Il leggendario Spitfire F VB BM597. Nella Battaglia
d'Inghilterra, condivise con  lo Hurricane il difficile
compito della difesa metropolitana dagli attacchi  della Luftwaffe. 

Il Messerschmitt Me 262A-2a  è considerato l'aereo più avanzato
 messo in campo dai tedeschi ed il caccia più efficace della guerra.

                

Hitler e Churchill, i due leader contrapposti.

Il razzo V2, una delle armi segrete del Terzo Reich,
si rivelò devastante soprattutto dal punto di vista pricologico.




Si vedano:

Un Abbecedario

Armatura
Bismarck
Castello
Dardo
Elepoli
Fortezza
Guerra
Hood(corazzata britannica)
Innesco
Javier (castello)
Katyusha
Leonida
Maginot (Linea)
Nave
Onagro
Proiettile
Quadrato difensivo
Razzo
Scudo Spaziale
Tank
U-Boot
Valturio
William Churchill
Zero(caccia giapponese)

La corazza della leggendaria Bismarck




La Bismarck fu una nave da battaglia tedesca della seconda guerra mondiale, così battezzata in onore del cancelliere del XIX secolo Otto von Bismarck (1815-1898). È famosa per l'affondamento dell'incrociatore da battaglia Hood e per la caccia successiva che le venne data che portò alla sua distruzione. Eponima della classe Bismarck, l'unica altra unità della stessa classe fu la Tirpitz.

BREVE STORIA
Entra in servizio il 24-08-1940, a guerra già iniziata. 
Gli storici sottolineano il valore di un vascello che possedeva ogni caratteristica sviluppata a quel massimo che consente la perfetta armonia di tutte le sue principali componenti (velocità, autonomia, manovrabilità, corazzatura, armamento, sis. di puntamento, ecc.). 
L’obiettivo della Bismarck sono i traffici in Atlantico, per raggiungere il quale occorre scavalcare l’Inghilterra passandole il più lontano possibile. Nel tragitto viene però intercettata dalla Hood, fiore all'occhiello della Royal Navy, di dimensioni ancora superiori alla Bismarck, che tuttavia riesce, con un'azione che avrà una enorme portata a livello psicologico, ad affondarla. La nave si ritrova predata da 50 aerei basati a terra, 2 portaerei, 5 corazzate, 14 incrociatori di vario tipo, 22 cacciatorpediniere più il naviglio minore. Dopo una lunga caccia, gli aerosiluranti della Ark Royal riescono a mettere fuori uso il timone, impedendole di compiere manovre e condannandola definitivamente. Ma neanche quando due corazzate e due incrociatori la raggiungono, colpendola con un numero compreso fra 9 e 12 siluri, la corazzata affonda. Solo quando tutti i cannoni sono stati messi fuori uso, l'equipaggio aziona le cariche di autoaffondamento.

LA CORAZZA
(Tratto da: "Grandi navi da battaglia tedesche della Seconda Guerra Mondiale" di M.J. Whitley, 1989)

"Di solito le protezioni verticali seguivano, pur con spessori diversi, la disposizione adottata per la Schlachtschiff E, ma con la paratia lanciasiluri in verticale invece che inclinata. I fianchi della cintura di corazza erano formate da due fasce sovrapposte di acciaio carbocementato KC n/ A. La fascia inferiore (spessa 320 mm) saliva da 7.800 mm sopra la chiglia (1.600 mm sotto il galleggiamento previsto) fino a 100 mm sotto il ponte di batteria. Erano piastre smussate con un un gradino sul bordo superiore dove si incastrava la seconda fascia di corazza, e avevano pieno spessore per il 70% della profondità prima di assottigliarsi a 170 mm nell'estremità inferiore. Anche la fascia sovrastante era di acciaio KC n/ A spesso 145 mm e arrivava in cima alla corazza del ponte di coperta.
Le piastre avevano un rinforzo interno di legno spesso 60 mm, e il tutto era assicurato alla corazza esterna con dei bulloni di acciaio da 50 o 70 mm di diametro. La cintura principale andava dall'ordinata 32 alla 203 ed era profonda 4,8 m. Nella superficie coperta dalla cintura, la corazza esterna era spessa 16 mm nel- le parti centrale e inferiore, 18 mm lungo il bordo superiore e 25 mm presso l'artiglieria di poppa da 15 cm.
A poppa e a prua della cintura principale e un poco più in basso, c'erano due cinture più sottili e meno profonde in acciaio Wh n/a. Quella di poppa (80 mm) andava dall'ordinata 10,5 alla 32, e con 2.100 mm di profondità arrivava a 1.500 mm sotto il galleggiamento previsto. La cintura di prua era invece spessa 60 mm, profonda 3.895 mm e andava dalla cintura principale alla prua della nave. A poppa e a prua della cintura principale queste cinture inferiori formavano la corazzatura esterna che alle estremità era rivettata e dotata di stroppi. I bordi superiori e inferiori di queste cinture che non poggiavano sulla corazza erano giuntati con incastri e bulloni alle piastre del rivestimento esterno.
All'interno della cintura principale, una paratia esterna dei lanciasiluri andava dalla longitudinale XI al ponte corazzato. Lo spazio fra questa paratia e il rivestimento era solitamente vuoto,
ma poteva essere usato per evitare l'allagamento in caso d'emergenza. La paratia dei anti-siluri interna o principale era fabbricata con 45 mm di acciaio Wh n/a con le estremità scriccate a fiamma, rivettate e dotate di stroppi di vario spessore. Fra le paratie degli anti-siluri interna ed esterna c'erano le stive per l'acqua e per il carburante. A mezza nave la corazza esterna distava 5.300 mm dalla paratia principale dei anti-siluri e 2.347 mm da quella esterna. Le protezioni antisiluro erano larghe 5,8 m, e il peso complessivo delle protezioni verticali era di 8.136.532 Kg.
Le protezioni orizzontali erano dotate di due ponti corazza- ti, con quello di coperta fabbricato per 10 più in acciaio Wh n/a. Il ponte di coperta andava dall'ordinata 10,5 alla 224, era spesso 50 mm tranne che presso le aperture delle barbette da 15 cm dove diventava di 80 mm.
Tutte le giunte e le estremità erano saldate, e l'acciaio usato per questo ponte ammontava a circa 2.248.053 Kg. Il ponte corazzato principale era generalmente di 80 mm dalla paratia para- siluri verso il centro nave e 110 mm verso l'esterno, dove si inclinava a 22 gradi per unirsi alla corazza laterale. A poppavia dell'ordinata 32 c'era un primo ponte corazzato spesso 110 mm fino all'ordinata 10,5. Per il ponte principale corazzato erano sta- ti impiegati 4.293.264 Kg.
La cittadella corazzata era chiusa alle due estremità dalle paratie corazzate all'ordinata 32 e 202,7, oltre all'ordinata 10,5 per isolare le protezioni dei timoni. Lo spessore di queste paratie vaiava dai 180 ai 220 mm sotto il ponte corazzato. Sopra i 100 mm di spessore la corazza era in KC n/ A, al di sotto si usava il Wh n/a. Le barbette principali erano formate da due anelli; quello inferiore saliva dal ponte corazzato fino ad appena sotto il primo ponte con 220 mm di spessore e l'anello inferiore era in KC N/ A da 340 mm, mentre le barbette erano in Wh n/a da 80 mm. La corazza della torre di controllo era formata da cinque piastre da 340 mm unite con bulloni e dotate di stroppi alle estremità. Le comunicazioni con il centro di comando avvenivano tramite una tubatura spessa 200 mm."

Per un elenco dei dati tecnici e per una storia più dettagliata si veda il link.Otto Von Bismarck

La corazza reattiva




La corazza reattiva (in inglese ERAExplosive Reactive Armour) è una particolare forma di protezione della corazzatura dei carri armati. Il principio di funzionamento fu ideato dai sovietici negli anni Settanta, in piena Guerra Fredda,  tuttavia i primi a farne uso furono gli Israeliani nel periodo intorno al conflitto denominato "Guerra dei Sei Giorni"
Il principio di funzionamento è estremamente acuto: si tratta di difendere il carro dai missili mediante l'esplosone controllata di una parte del rivestimento della corazza, i cui elementi formano una vera e propria "cintura".
Ogni "mattonella" è costituita da un sandwich di esplosivo pressato tra due lamine di metallo, collegato a un innesco a pressione. Quando un proiettile (sia esso esplodente o perforante) colpisce la struttura, questa detona. Il grave handicap di questo tipo di corazzatura è che non permette l'impiego di fanteria a supporto appunto perché le schegge dalle esplosioni risultano letali.

In caso di proiettili a carica cava, l'effetto è duplice:

  • quello di allontanare dalla corazza il punto di origine del getto di plasma in modo che questo arrivi disperso.
  • l'esplosione interferisce con la coda di plasma del getto, che fornisce l'energia cinetica alla testa solida, disperdendola e riducendola e, di conseguenza, degradando severamente le capacità perforanti del proiettile.
In caso di proiettili HESH (a schiacciamento di testata):
  • La detonazione della carica esplosiva avviene lontano dalla corazza principale. L'onda d'urto del proiettile non si propaga, di conseguenza, attraverso di essa e non causa il distacco degli strati interni.
Oltre a questo, le due lamine metalliche che formano la mattonella devono anch'esse essere tagliate dal getto del proiettile, assorbendo quindi una parte (seppur minima) di energia cinetica.

I carri armati dotati di questa "corazza esplosiva" sono riconoscibili dalle "mattonelle" di materiale fissate sopra la corazza vera e propria del carro armato.
I primi tipi erano efficaci soprattutto contro proietti HEAT e HESH, mentre i modelli più avanzati sono in grado di contrastare efficacemente anche i proiettili a energia cinetica(KE).
La tipologia più conosciuta è Explosive Reactive Armour (ERA, armatura reattiva esplosiva), ma sono in fase di sviluppo altri modelli come la Self-Limiting Explosive Reactive Armour (SLERA, armatura reattiva esplosiva autolimitata), o modelli passivi come la Non-Energetic Reactive Armour (NERA, armatura reattiva non energetica) e la Non-Explosive Reactive Armour (NxRA, armatura reattiva non esplosiva) e nuovi modelli attivi basati su campi elettrici. 
La corazza reattiva funziona efficacemente anche contro i proiettili all'uranio impoverito.

Si vedano anche:

venerdì 1 giugno 2012

I Luoghi della Difesa

I resti della leggendaria Troia,
ritrovati grazie alle ricerche di H.Schliemann

Moderno monumento in onore di Leonida e dei suoi 300 Spartani


Ancora un omaggio alla straordinaria Muraglia Cinese

La morte di Orlando durante la battaglia di Roncisvalle,
appendice del tentativo francese di difendere i cristiani
spagnoli. Da un manoscritto miniato del 1455-1460
Mosca all'entrata di Napoleone, prima della disastrosa ritirata che
concluse la Campagna di Russia ed il periodo d'oro dell'Impero Francese

La linea difensiva italiana nella I Guerra Mondiale, fra il
1915 ed il 1917

La Linea Maginot, speranza difensiva della Francia contro la minaccia
di un'invasione tedesca, fu aggirata da Hitler nel 1940



Stalingrado, teatro di una delle battaglie difensive più cruente della
Storia fra il 1942 ed il 1943


Palazzo Baracchini a Roma,
sede del Ministero della Difesa



Si vedano anche:



giovedì 31 maggio 2012

Lo scudo spaziale americano

Il logo della SDI
La Strategic Defense Initiative (SDI), (in italiano: Iniziativa di Difesa Strategica) comunemente nota come Scudo spaziale (in Italia) e Guerre stellari in seguito al molto popolare film di fantascienzadell'epoca, venne proposto dal presidente degli Stati Uniti d'America Ronald Reagan il 23 marzo del 1983 per utilizzare sistemi d'arma con base al suolo e nello spazio per proteggere gli Stati Uniti da attacchi di missili balistici con testate nucleari. L'iniziativa si focalizzava sulla difesa strategica piuttosto che sulla dottrina strategica previamente accettata della Mutual Assured Destruction (MAD).

Anche se non è mai stata sviluppata né dispiegata se non in una minima parte (fatta di prototipi o semplici dimostratori tecnologici), la ricerca e le tecnologie dello SDI hanno spianato la via ad alcuni dei sistemi di ABMdi oggi. L'Organizzazione della Strategic Defense Initiative (SDI) venne istituita nel 1984 nell'ambito del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per occuparsi della SDI.


Si veda anche:

Lo scudo spaziale americano


mercoledì 30 maggio 2012

Strutture reciproche sui campi di battaglia

 Leonardo Da Vinci, foglio 899 (ex328)
del Codice Atlantico. Progetto di una copertura
provvisoria di 45 braccia di lato e realizzata con
84 travi (“cantili”) di legno .
Le invenzioni di Leonardo rimaste su carta e poi applicate nei secoli successivi non si contano. Oltre a quelle citate nel precedente post, particolarmente degna di nota per quelli che sono stati i suoi sviluppi successivi è l'idea di sfruttare strutture "reciproche" (o "sinergetiche") per costruire tende atte a fornire riparo all'esercito assediante.

Possiamo definire “reciproca” una struttura composta da diversi elementi (chiamati anche “travi corte” o “aste”) che interagiscono strutturalmente tra loro attraverso vincoli di semplice appoggio, per realizzare in tal modo strutture complesse (travi, coperture o solai) di luce assai maggiore rispetto ai singoli elementi che le compongono.

 Il modello leonardesco del precedente foglio
ricostruito da studenti 
dell’Università di Bergamo.
Il vantaggio di queste strutture è certamente la versatilità, derivanti  dall'estrema facilità di montaggio e smontaggio.
 Leonardo da Vinci, Ponte a Travi
Corte, dal Codice Atlantico. (fgl. 286 r-a , part.)


A proposito di questo tipo di strutture, si vedano:

Strutture reciproche (prof. Biagio di Carlo)

Le strutture spaziali reciproche (prof. A. Pizzigoni)


P. Napoli,, Politecnico di Torino, 2006


Leonardo e le opere di difesa

Leonardo Da Vinci  (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista e, in generale, progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità. servì le maggiori corti italiane, ed alcuni di questi signori gli commissionarono opere di difesa.







LEONARDO IN EMILIA
Questa precisa lettera d'incarico conferisce a Leonardo il compito di sopraintendere alle opere di difesa del territorio romagnolo e degli altri domini dei Borgia:


"CAESAR Borgia de Francia Dei Gratia Dux Romandiole Valentieque Princeps Hadrie Dominus Plumbini ect. Ac / Sancte Romane Ecclesie Confalonerius et Capitanenus Generalis Ad tutti nri Locotenenti. Catellani . Capitanij . Conducteri . officiali. /soldati et subditi A li quali de questa per uerra notizia . Commettemo  et Comandamo che al nro Prestan et Dilectissimo familiare Archi-/tecto et Jngengero Generale Leonardo Vinci dessa ostentore . el quale de nra Comissione ha da considerare li ochi et Forteze de li stati / nre . Ad ciò che secondo la loro exesgentia et suo iudicio possiamo prouederli Debiamo dare per tutto libero da qualunque publico pagamento / per se et li soi Amicheuole recepto et lassarli uedere . mesurare . et bene e extimare quanto uorra  . Etad questo effecto Comandare homini ad / sua requisitione . et prestarli qualunque adiuto adsisyentia . et Fauore recercara . volendo che dellopere da farse nri Dominij qualunque  / Ingengeri sia astrecto conferire con lui . et con el parere suo conformarse . Ne de questo presuma alcuno fare lo contrario per quanto li sia / charo no incorrere in la nra Jndignatione . Datum Papie die Decimo octauo Augusti . A.nno Domini Millesimo Quingentesimo secondo / Ducatus Vero Nri Romandiole Secundo : Caesar /"

Rocca di Nepi
   

Con ogni probabilità questo incarico é conseguente all'incontro  a Milano ai primi di agosto del 1502, avvenuto tra il Valentino e Luigi XII, il quale favorisce la  politica di potenza del figlio del Papa Alessandro VI,  per farne strumento della politica francese in Italia.

Per maggiori informazioni, rimando a questa pagina di approfondimento dell'Istituto statale di Istruzione secondaria superiore - ISIS Giuseppe Garibaldi - CESENA


FORTEZZE CONTRO I CANNONI...
Leonardo, disegno di fortezza
(Codice Atlantico)
Per ovviare alla presenza di questa terribile minaccia, la mente di Leonardo produsse il progetto di una fortezza studiata appositamente per ridurre al minimo gli effetti distruttivi delle armi da fuoco. Dotata di una doppia schiera di mura inclinate per ridurre l'impatto dei colpi, stesso espediente adottato dalle corazze dei moderni carri armati, aveva anche torri di guardia a base circolare e bastioni di difesa arrotondati alle sommità, così da proteggere le truppe a difesa dai colpi diretti dell'artiglieria e moschetteria avversarie.
Con l'avvento del cannone e della sua forza distruttiva (vd. post), parve essere giunto il definitivo tramonto della difesa statica offerta dalle mura.



... E CONTRO LE SCALE
Come già indicato, il metodo di assalto alle mura nemiche più semplice e preferito dagli eserciti tardo-medievali e rinascimentali consisteva nell'utilizzo di scale. Se tale attacco poteva risultare pericoloso per chi lo doveva porre in essere, lo era altrettanto per chi era impegnato a respingerlo. Infatti, si doveva non solo abbattere la scala, ma anche gli uomini armati che stavano salendo. Inoltre, essendo tali assalti lanciati su lunghi tratti del perimetro delle mura di difesa, era sufficiente che una sola scala rimanesse in piedi per far arrivare il nemico sui bastioni di difesa e minare l'intero sistema difensivo. Per evitare ciò, Leonardo progettò un muro difensivo dotato di un sistema di difesa antiscala globale composto da due parti: una esterna di elementi orizzontali che spingevano contemporaneamente verso il vuoto qualunque scala fosse stata appoggiata alle mura e una interna caratterizzata da un sistema di leve che consentiva ai soldati in difesa di muovere l'intera struttura esterna senza dover applicare forze sproporzionate al proprio numero.



Si vedano anche :

domenica 27 maggio 2012

Brevetti

Compound to defend plants from vegetal parasites: US Patent 5665671

Method of encrypting information for remote access while maintaining access control: 

Patent USRE41186


Defensive shield: Patent US7152517














































Armored protector for cars or the like: Patent US794804

Fortificare - Nei Luoghi

Segnalo, sul blog fortificare, questo post relativo ai luoghi della difesa: i forti e le trincee.
Il Forte Diamante, presso Genova

venerdì 25 maggio 2012

La Grande Muraglia

La Grande Muraglia, Cinese è senza dubbi il più grandioso progetto difensivo dell’antichità. I Cinesi sono soliti chiamarla Wan-li Ch’eng, che significa letteralmente muro dei diecimila li. Quest’ ultimo è un’ unità di misura che coinciderebbe a cinquecento metri: la muraglia dovrebbe quindi correre per circa cinquemila chilometri, ma in realtà sono molti di più. 




L’inizio della costruzione si può far risalire al IX secolo a.C. Per difendersi dagli attacchi delle minoranze etniche che vivevano nel nord, i governanti della Cina centrale collegarono le torri di vedetta con muraglie, formando alla fine la Grande Muraglia. Nel periodo dei Regni Combattenti (VII-VI sec. a.C.), a causa delle continue lotte e per autodifesa, i regni costruirono grandi muraglie. Nel 221 a.C., dopo  aver unificato la Cina, l’imperatore Qing Shi Huang collegò le grandi muraglie costruite dai vari regni, in modo da formare una barriera al confine settentrionale, così da difendersi dagli attacchi delle popolazioni nomadi provenienti dalle praterie della Mongolia Interna. Allora la lunghezza superava ormai i 5000 km. Dopo la dinastia Qin, la dinastia Han prolungò la Grande Muraglia a 10.000 km. In oltre 2000 anni di storia, i governanti di ogni periodo hanno costruito in varie dimensioni la Grande Muraglia, per una lunghezza totale superiore a 50.000 km, sufficiente a fare un giro completo della terra (vd. immagine).
Ancora oggi si continuano a scoprire parti di questa costruzione, come si vede in questo articolo del 2012.


Parlando attualmente della Grande Muraglia, si indica di solito quella costruita al tempo della dinastia Ming (1368-1644 D.C.), che inizia ad ovest dal Passo di Jiayuguan, nella provincia del Gansu, raggiungendo ad est il fiume Yalujiang, nella provincia del Liaoning, attraversando 9 province, città e regioni autonome, con una lunghezza di 7300 km. E' stata costruita seguendo i pendii dei monti, attraversando deserti, praterie e paludi, con una struttura molto complessa. I costruttori hanno attuato svariate misure speciali, a seconda dei problemi          riscontrati lungo il percorso.

La Muraglia è realizzata all’esterno con grandi mattoni e lastre di pietra, mentre all’interno si trovano della terra dell’altopiano del loess e pietre frantumate. 
Ha un'altezza media di circa 10 m, una larghezza di 6,5 m alla base e 5,5 m alla sommità, in modo tale che potessero passarvi 4 cavalli affiancati, facilitando il trasporto delle truppe, del cibo e delle armi. All’interno della mura ci sono scale di accesso di pietra, che consentono la salita e la discesa. A distanze variabili si trovano fortini, che servivano come deposito di armi e cibo e per il riposo dei soldati, riparandoli anche in caso di incursioni nemiche, e torri di segnalazione, mediante le quali era possibile inviare informazioni in tutto il paese. Per informazioni più diffuse sull'evoluzione delle tecniche costruttive, segnalo il seguente link.


Quest'opera è dotata di un grande significato culturale e storico e di un forte valore turistico. In Cina si dice che chi non vi sale non è un vero uomo.




La Muraglia Cinese concentra l’intelligenza, il sangue e il sudore di centinaia di migliaia di antichi cinesi; dopo tanti anni, rimane ferma nella sua imponenza. La sua maestosità ed eterno incantesimo sono diventati il simbolo della continuità di generazione in generazione della nazione cinese e del suo spirito. Nel 1987 “il simbolo della nazione cinese” è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.